lunedì 18 febbraio 2013

Lucy: Il karma dei soldi

Post ad altissimo contenuto imprecatorio.
Prego astenersi deboli di cattolicesimo.

E' lunedì, è Febbraio, tira un vento che maledizione, sono in ovulazione e ho l'appetito di un orco di Mordor. Mi hanno appena comunicato che dopo aver preso un pò di respiro con una collaborazione interessantissima di lavoro..ci ridurranno i compensi a soli dieci giorni dall'apertura, torno a casa e scopro di avere 0,31 centesimi sul conto, mi hanno staccato sky proprio oggi che c'è Grey's Anatomy, guardo alla cassetta delle lettere con un panico mai visto, mio figlio non è in grado di prendere manco la sorella all'uscita di scuola, Psycho ogni SACROSANTA volta che gli chiedi una mano ti dice "no mi spiace stavolta non posso aiutarTI" ( e porrei l'accento su quel TI che sembra riguardi solo me portare la figlia a scuola, prendere le pagelle, accompagnarla dal medico, darle gli alimenti da tre anni a questa parte..eccetera eccetera..)..

Se non erro vivo ancora a Roma e non in Abruzzo.

E già solo questa voce basterebbe a giustificare le mie urla solitarie in casa, mentre impreco contro divinità ingenuamente inventate ma degne di rispetto come i puffi.

Sono stanca, incazzata, nervosa come una merda.

Vorrei farvi ridere ma non ci trovo un cazzo di motivo per farlo.

Stamattina prendevo la metro tutta piena di entusiasmo e iniziavo una splendida lista di priorità per tutte le cose arretrate e urgenti da comprare/saldare visto che finalmente stavo iniziando a vedere la luce.

Scrivevo mentalmente -mutande -calze bucate -visita ginecologica -calzini per i bambini -uh quei bollettini arretrati! -la patente! Tutta ignara di quello che mi stavano per dire.

Sono uscita dal centro con un telefono scarico, che solo Krishna lo sa cosa si prova a sentire quel suono orribile del Samsung che ti avverte di stare per mollarti, la comprensione che ti farai la tratta Ottaviano-Anagnina senza una cazzo di canzone nelle cuffie, mezzo panino masticato, il rossetto in espansione, il mal di piedi, una fame che montava come albumi d'uovo in una ciotolina di legno con una goccia di limone, quel vento infame che si infila nel collo nonostante la sciarpa, il sonno molesto, la certezza che arriverai a casa e ci saranno ad attenderti i lasciti del tuo cane sul pavimento.
Proprio a coronare un lunedì di vera merda.


Adesso con questo stato d'animo allegro e sgargiulo, io dovrò uscire nella tormenta per fare una fila indegna in mezzo a madri insopportabili per parlare  dieci minuti con due maestre che mi faranno presente quanto per la prima volta in quattro anni, mia figlia abbia collezionato assenze.
E io dovrò spiegare che è un'annata particolare, che non mi riesco a gestire, che nessuno mi dai una fottutissima mano, che mi sento sedici anni e vorrei solo vivere in montagna seminando lupini, che ho freddo, sonno, ho scopato talmente tanto nel weekend che mi si è indolenzito anche il muscolo del polpaccio, che non me va di fa niente.
E non vorrei manco sentirmi in colpa.


Ecco, questo post non fa ridere voi..figuratevi me.

Arrivederci, vecchi scarponi!

giovedì 7 febbraio 2013

Lucy: Le considerazioni di un giovedì di merda

Il fatto è che in questo blog dovresti scrivere anche tu, simpatica amica.
Ma ecco..
Semplicemente non lo fai.
E io rimango da sola a sproloquiare sulla nostra vita come una vecchiaccia abruzzese che bestemmia nei modi più coloriti e sgargianti che conosce.

Vuoi aggiornamenti?
E' giovedì..e già questo dovrebbe bastare, grigio, piove e grandina a intermittenza, fa un freddo che diocristo, ho il ciclo, devo fare pipì ma non ne ho voglia, il mio cane maledetto ha quasi sei mesi e ancora scambia casa mia per il suo cesso, non ho soldi nemmeno per andarmi a cercare una rosetta..e tante altre amenità.

Ma fondamentale ora è trattare un argomento che ci sta molto a cuore: Devo smetterla di fare le tre del mattino durante la settimana, bevendo e gozzovigliando come un'adolescente inquieta come se la mattina dopo Embryonic Journey non suonasse nel mio orecchio maldisposto spingendomi ad alzarmi.
Imprecando.
Con una voce roca che veramente Amanda Lear è una voce bianca in confronto, con la disposizione d'animo di una madre borderline che vive in Colorado e ha la porta di legno che sbarella sotto il patio, con una voglia di vivere e fare le cose "adulte" che si avvicina molto alla fase neonatale del "mimettotuttoinbocca e nonparlounaparoladellavostralingua tantochemiimportamettotuttoinbocca".


Bene, hai 32 anni, stolta donna dai capelli discutibili, hai due figli, alle spalle un numero di convivenze finite male prossimo al guinness, diciamolo non c'hai più er fisico e ecco..
PIANTALA.

Ma anche no.